Le neoplasie della vescica rappresentano il quarto tumore per frequenza negli uomini con 27.100 nuovi casi in Italia nel 2018. Interessa gli uomini tra 50-69 anni nell’11% dei casi e dopo i 70 anni nel 12%; nelle donne, la neoplasia risulta essere l’1% di tutti i tumori femminili nelle stesse fasce di età.
Nel 98% dei casi, i tumori della vescica sono rappresentati da carcinomi uroteliali, talvolta chiamati anche carcinomi a cellule transizionali. I tumori uroteliali alla diagnosi sono di tipo superficiale (cioè non infiltrano la tonaca muscolare) nel 70% dei casi, ed in questi l’obiettivo è la prevenzione della recidiva e della progressione. Nel restante 30% dei casi, i tumori uroteliali si presentano in forma già muscolo-invasiva e diffusa, ed in questi casi va impostata una corretta integrazione tra modalità terapeutiche differenti.
Le vie urinarie sono costituite da vescica, reni, ureteri e uretra. La vescica è un organo cavo nella pelvi che immagazzina l’urina prima che lasci il corpo durante la minzione, rendendo la vescica una parte importante del tratto urinario. La pelvi renale è una parte del rene che raccoglie l’urina e la invia nell’uretere. L’uretere è un tubo il cui decorso va dal rene alla vescica. L’uretra è il tubo che trasporta l’urina fuori dal corpo. Anche la prostata fa parte del tratto urinario.
La macroematuria (presenza di globuli rossi macroscopicamente evidenti nelle urine) è il sintomo più frequente di neoplasia della vescica. Possono associarsi sintomi equiparabili ad una cistite, quali urgenza minzionale, pollachiuria, stranguria). Inoltre, in taluni casi, in particolare per neoplasie con sede di esordio in prossimità del collo vescicale o che coinvolgono l’uretra, possono manifestarsi con una ritenzione acuta di urina.
Sebbene i fattori di rischio influenzino spesso lo sviluppo del cancro, la maggior parte non ne è direttamente la causa. Alcune persone con diversi fattori di rischio non sviluppano mai il cancro, mentre altre senza fattori di rischio noti lo fanno. Conoscere i fattori di rischio può aiutarti a fare scelte più informate sullo stile di vita e sull’assistenza sanitaria.
I seguenti fattori possono aumentare il rischio di una persona di sviluppare il cancro alla vescica:
Prima si riscontra il cancro alla vescica, maggiori sono le possibilità di trattamento e cura di successo. Ci sono molteplici test diagnostici per fare diagnosi, sebbene non esista ancora un test sufficientemente accurato per lo screening della popolazione generale.
L’esame citologico del sedimento urinario, insieme alla ecografia pelvica ed alla cistoscopia, a cui si può aggiungere in seconda istanza l’Uro-TC, rappresentano i mezzi attraverso cui poter eseguire una diagnosi precoce ed un corretto follow-up. Se durante una cistoscopia viene rilevato tessuto anormale, il medico potrà decidere se eseguire una biopsia.
Esami TC, RM e PET TC potrebbero essere utili per valutare se la patologia è diffusa.
Il paziente affetto da neoplasia della vescica viene valutato nell’ambito di team multidisciplinari che prevedono la partecipazione di multiple figure specialistiche di formazione oncologica. Il sistema di valutazione multidiscplinare permette, dopo aver correttamente inquadrato il paziente e la sua neoplasia nell’ambito di una stadiazione della malattia, e riferendosi a linee guida nazionali ed internazionali, di discutere e proporre percorsi clinico-assistenziali di tipo diagnostico-terapeutico calati sul singolo paziente e di guidarlo e sostenerlo nel prendere la decisione più adeguata per il suo quadro.
A seconda della presentazione di malattia, l’iter terapeutico può prevedere l’utilizzo di trattamenti endovescicali, terapie sistemiche e/o trattamenti radioterapici locali.
La Radioterapia è una disciplina clinica che si serve di radiazioni ionizzanti per la cura di diverse patologie, principalmente dei tumori. La moderna radioterapia utilizza radiazioni ionizzanti ad alta energia, perché in grado di concentrare, in modo più semplice e sicuro, la loro azione sulle cellule neoplastiche, con un minor effetto a carico delle cellule dei tessuti sani. Grazie alle attrezzature moderne è inoltre possibile oggi configurare sempre più il fascio di terapia al target, verificare giornalmente la corretta posizione e seguire il fisiologico movimento degli organi durante tutta la durata del trattamento radiante. La Radioterapia non viene solo utilizzata per scopi curativi, volti cioè alla guarigione del paziente, ma anche per scopi palliativi, per alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita in casi di neoplasie in fase avanzata di malattia.
Il Gemelli A.R.T. (Advanced Radiation Therapy) divisione di Radioterapia Oncologica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, è un centro altamente specializzato che fornisce a pazienti degenti ed ambulatoriali trattamenti all’avanguardia dal punto di vista clinico e tecnologico.
Il Centro è dotato di cinque Acceleratori Lineari (LINear ACceleretor – LINAC), di cui uno con sistema integrato con Risonanza Magnetica Nucleare, che permettono di utilizzare molteplicità di metodiche di trattamento. Inoltre, si avvale di un reparto di degenza e di poltrone di Day Hospital per l’esecuzione di trattamenti chemioterapici integrati alla radioterapia, esclusivi nonché per l’esecuzione delle terapie di supporto ai pazienti in trattamento ed in difficoltà.
Il Gemelli ART ha sviluppato un piano assistenziale orientato al paziente (patient based), attraverso numerosi percorsi per una presa in carico globale del paziente stesso.
Tali percorsi includono:
terapie complementari con l’obiettivo di preservare la qualità di vita e ridurre le possibili tossicità;
supporto psicologico al servizio del paziente e degli accompagnatori durante tutto l’iter terapeutico.
Il Gemelli Art ascolta le esigenze del paziente e pertanto, in collaborazione con la società italiana SmileIN, ha realizzato il Progetto RAMSI, che prevede una installazione di “SmileINtotem” grazie ai quali il paziente può esprimere la propria opinione riguardo all’accoglienza ricevuta, alla competenza percepita, alla puntualità dell’orario di visite e delle terapie in modo da permettere un miglioramento dei servizi ricevuti.
Nell’ambito della neoplasia della vescica, come in tutto l’ambito medico-oncologico, è importante l’approccio multidisciplinare per un inquadramento completo del paziente. Nel nostro Centro, settimanalmente, hanno luogo incontri multidisciplinare con molteplici figure professionali affinché possa essere definito insieme il miglior iter diagnostico-terapeutico
Lo staff della Radioterapia Oncologica coinvolto in prima persona per questa patologia comprende varie figure, in particolare i Medici
Prof. Aggr. Giovanni Palazzoni, coordinatore del gruppo;
Dott.ssa Anna Rita Alitto;
Dott. Francesco Cellini.