Il tumore anale rappresenta circa l’1-2%, alcuni confondono il cancro del canale anale con il cancro del retto a causa della loro vicinanza, ma le due malattie e le relative cure sono molto diverse.
La regione anale include la cute del margine anale e il canale anale ossia il breve tratto di intestino lungo circa 3-5 cm che collega il retto (parte inferiore dell’intestino crasso) all’esterno del corpo.
L’ano è preposto al passaggio ed espulsione delle feci e gas dal corpo grazie alla presenza del complesso muscolare dello sfintere adibito alla continenza. Il cancro anale è un raro tipo di patologia che origina nell’area perianale e nel canale anale.
Il carcinoma dell’ano è prevalentemente associato all’infezione da alcuni tipi di virus del papilloma umano (HPV). L’HPV è un virus a trasmissione sessuale che può anche causare verruche dentro e intorno all’ano e/o ai genitali sia negli uomini che nelle donne.
Fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare un carcinoma anale sono legati ad un numero elevato di partner sessuali nel corso della vita, rapporti anali recettivi, storia clinica di lesioni benigne frequenti all’ano e al retto (verruche, ascessi, emorroidi), precedenti diagnosi di altri tumori HPV relati (cervice, vulva, vagina, pene, cavo orale); compromissione del sistema immunitario come dopo trapianto di organo o a causa dell’infezione da HIV, fumo di sigarette precedente radioterapia pelvica.
I tumori che colpiscono il canale anale e le strutture limitrofe più comuni sono i carcinomi a cellule squamose, che rappresentano circa il 90% di tutte le neoplasie dell’ano.
I sintomi che si associano alla comparsa di neoplasie del canale anale sono prevalentemente rappresentati da: dolore anale, prurito anale persistente, comparsa di una massa al livello dell’orifizio anale, alterazioni dell’attività intestinale (ad es. incapacità a contenere le feci o restringimento del calibro delle feci), fuoriuscita di muco o pus dall’ano, sanguinamento alla defecazione gonfiore delle ghiandole linfatiche nella zona anale o inguinale. Talvolta nelle donne la lesione può causare una comunicazione (fistola) con la parete vaginale.
Alcuni di questi sintomi si associano più frequentemente a condizioni benigne come le emorroidi, ragadi o fistole. Tuttavia per escludere la presenza di una neoplasia del canale anale è necessario consultare il proprio medico.
Molti tumori anali vengono rilevati precocemente perché si trovano in una posizione che il medico può facilmente vedere e raggiungere con l’esplorazione rettale digitale.
I tumori anali possono anche essere intercettati precocemente durante l’esecuzione di test di screening per le neoplasie del colon-retto preventivo (come una colonscopia).
La conferma della natura neoplastica avviene tramite l’esame istologico della biopsia del tessuto esaminato.
Per determinare l’estensione di malattia vengono eseguiti esami diagnostici di stadiazione come l’ecografia anale, Risonanza Magnetica, TC o altri test di imaging (es PET/TC con FDG).
Il tumore anale è associato a tassi di guarigione elevati se trattato precocemente. La sopravvivenza complessiva a 5 anni è al 70-80 per cento.
La scelta del trattamento del tumore dell’ano dipende da numerosi fattori come lo stadio di malattia (ossia la diffusione tumorale, linfonodale e a distanza –TNM) la posizione, il tipo di malattia nonché le condizioni di salute generali.
Il team multidisciplinare del Gemelli ART valuterà l’approccio più adeguato per il tuo caso specifico.
La terapia di combinazione con le radiazioni e chemioterapia è considerata il trattamento standard per la maggior parte dei tumori anali. Spesso la rimozione chirurgica della malattia non è necessaria.
I tumori molto piccoli e superficiali o in stadio iniziale possono essere rimossi chirurgicamente, tramite un’escissione locale, solitamente senza la necessità di ulteriori trattamenti se non vi sono ulteriori segni di presenza di malattia.
In molti casi l’escissione locale della malattia lascia integro lo sfintere anale con un buon recupero della continenza fecale.
In alcune situazioni si rende necessario il confezionamento di una stomia temporanea per evitare il dolore alla defecazione legato alla presenza di malattia o per il rischio di fistolizzazione. ed in genere può essere rimossa alcune settimane dopo il completamento della radioterapia
Più raramente, se la radio-chemioterapia non riuscisse a controllare la malattia locale, o se la malattia dovesse ritornare dopo un’iniziale risposta ai trattamenti, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico più demolitivo per rimuovere la malattia residua chiamato amputazione addomino-perineale. In questo caso il chirurgo procederà alla rimozione dell’ano, retto, e linfonodi regionali E il posizionamento di una colostomia permanente.
Infermieri specializzati in stomia ti aiuteranno a prenderti cura di quest’area.
La terapia di combinazione con radiazioni e chemioterapia è considerata il trattamento standard per la maggior parte dei tumori anali.
I tumori anali sono spesso trattati con i farmaci chemioterapici mitomicina-C e 5-fluorouracile (5-FU) in associazione alla radiazione.
Recentemente, il 5-FU può essere sostituito anche in forma di compresse da assumente ogni giorno per tutta la durata della radioterapia, la capecitabina.
Gli effetti collaterali comuni di questi farmaci sono frequentemente rappresentati da gradi variabili stanchezza, di alterazione dei valori del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e / o piastrine), nausea, vomito, diarrea, ulcere alla bocca, talvolta perdita di capelli, neuropatia. Il personale medico e infermieristico ti aiuterà nel monitoraggio e gestione di questi possibili effetti collaterali.
Nel caso di malattia metastatica o recidivata dopo trattamenti radio-chemioterapici concomitanti e chirurgia verrà intrapresa una mono o polichemioterapia.
Differenti tipi di radiazioni possono essere impiegati per il trattamento del carcinoma anale.
La radioterapia a fasci esterni combinata alla chemioterapia rappresenta il trattamento standard per la maggior parte dei tumori anali. L’obiettivo chiave del trattamento combinato è quello di ridurre la malattia, cercando di salvare i muscoli dello sfintere anale in modo da poter controllare l’intestino e le feci preservando la qualità di vita.
Con la radioterapia a fasci esterni le radiazioni raggiungono il cancro anale da una sorgente esterna che attraversa il corpo e viene diretto alla neoplasia anale.
La radioterapia viene indirizzata su un volume piuttosto ampio che include la malattia visibile alla visita clinica e alle immagini di RM e/o TC PET-TC, nonché le aree di possibile diffusione microscopica di malattia (locale e linfonodale). Per tale motivo il trattamento radiante potrà prevedere la somministrazione di dosi complessive differenti e modulate in funzione della presenza di malattia e possibile diffusione locale, personalizzandolo sulla base delle caratteristiche individuali della malattia.
Nel caso di malattia metastatica (stadio IV o recidiva) la radioterapia verrà diretta sulle sedi dove il cancro si è diffuso.
Eventuali effetti collaterali sono piuttosto rari all’inizio della terapia, mentre possono manifestarsi con il procedere del trattamento e possono prolungarsi per un periodo di tempo dopo il completamento della radioterapia. Gli effetti collaterali delle radiazioni mirate a un tumore anale possono includere: irritazione della pelle specie degli inguini e del perineo, disturbi gastrointestinali e anali, dolore durante la defecazione e minzione, affaticamento, diarrea e nausea. Alcuni effetti collaterali possono essere permanenti e l’insorgenza e la gravità dipendono dai campi di irradiazione nonché da fattori individuali. Le donne possono sperimentare effetti collaterali unici per la loro anatomia, tra cui: dolore vaginale, perdite vaginali irregolari e chiusura della vagina per comparsa di tessuto cicatriziale chiamato stenosi. Gli effetti collaterali negli uomini possono includere disfunzione erettile e impotenza. Sia gli uomini che le donne possono sperimentare un restringimento dell’ano, che può interferire con la continenza dello sfintere anale.
Presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli- IRCCS operano medici esperti nella diagnosi e nel trattamento del cancro colon-rettale.
Il gruppo di patologia, sotto la supervisione della responsabile Prof.ssa Maria Antonietta Gambacorta, è composto dalle Dott.sse Giuditta Chiloiro, Barbara Corvari, Viola De Luca, Stefania Manfrida ed Elisa Meldolesi.
Grazie alla grande esperienza e volontà di questo gruppo di medici, sono stati condotti e pubblicati numerosi studi sul cancro colorettale anale su riviste internazionali con partecipazione a congressi nazionali ed internazionali.
Inoltre, il Gemelli ART dispone di 5 macchinari di ultima generazione in grado di offrire un trattamento radiante altamente preciso e performante, fra questi un particolare acceleratore ibrido, MRIdian, Viewray è capace di combinare trattamento radiante con immagini di risonanza magnetica. Questa tecnologia permette di monitorizzare la zona da irradiare tramite immagini di risonanza magnetica in real time durante tutto il trattamento; questo permette non solo di verificare il corretto posizionamento del target e degli organi a rischio durante l’intera seduta, ma anche di adattare il volume da trattare ai cambiamenti anatomici del paziente o della malattia.
Grazie a questo acceleratore ibrido è stato possibile disegnare uno studio THUNDER2, attivo per i nostri pazienti, volto a valutare la risposta al trattamento radiante precocemente e sulla base della risposta personalizzare il trattamento radiante al fine di aumentare la percentuale di risposte complete.
La brachiterapia comporta l’inserimento di piccole fonti di materiali radioattivi all’interno o vicino al tumore. Durante il trattamento integrato radio chemioterapico il team multidisciplinare della IOC valuterà nel tuo caso specifico la possibilità si somministrare un sovraddosaggio di radioterapia sul volume di malattia residua dopo alcune settimane dal termine del trattamento. Questo per ridurre al minimo i danni da radiazioni ai normali tessuti vicini.
La radioterapia stereotassica (SBRT) è un tipo di radiazione che potrebbe essere utilizzata se il cancro anale è tornato nello stesso punto o nei linfonodi vicini.
Invece di somministrare una piccola dose di radiazioni ogni giorno per diverse settimane, la SBRT utilizza fasci molto concentrati di radiazioni ad alte dosi somministrate poche sedute di terapia (di solito da 1 a 5).
I pazienti sono arruolati in protocolli clinici mirati al miglioramento dei risultati clinici e funzionali:
Bridge “Valutazione dell’intervallo fra radiochemioterapia e chirurgia sulla risposta del tumore del retto localmente avanzato: studio multicentrico randomizzato di Fase III” Resarch: “Conservazione del retto dopo radio e/o chemioterapia preoperatoria nei pazienti con carcinoma del retto”.
Thunder2: “Uno studio osservazionale sull’intensificazione della dose di radioterapia guidata dalla RM nel tumore del retto”.
Avana: “Studio di fase II sul ruolo della radiochemioterapia preoperatoria associata ad avelumab in pazienti con tumore del retto localmente avanzato”.
Afferiscono alla nostra Unità operativa ogni anno circa 300 pazienti affetti da tumore del colon-retto-ano, sono principalmente pazienti affetti da tumore del retto e dell’ano sottoposti a trattamento radioterapico neoadiuvante.