Pazienti adulti

Durante un percorso oncologico, che prevede diversi tipi di terapia (chirurgia, chemioterapia, radioterapia), i pazienti oncologici possono trovarsi ad affrontare alcuni effetti collaterali dovuti a queste cure, che colpiscono la cute, il cavo orale e la mucosa vaginale. Per aiutare questi pazienti, presso il servizio di Radioterapia Oncologica del Policlinico Gemelli di Roma è stato avviato un progetto innovativo ed è stato anche aperto uno specifico ambulatorio, che prescrive farmaci, integratori e creme dermocosmetologiche, ma insegna anche come truccarsi.

Macchie, cicatrici, discromie, eritemi, lesioni cutanee e anche infiammazioni delle mucose del cavo orale e vaginale. Sono questi alcuni degli effetti collaterali che possono essere causati dalla chemioterapia e dalla radioterapia a cui devono essere sottoposti i pazienti oncologici. Tali danni a carico della pelle, degli annessi e delle mucose, a differenza di altri effetti collaterali, sono quelli più facilmente visibili e spesso anche valutabili dallo stesso paziente, capaci di spaventare, destabilizzare e creare disagio dal punto di vista estetico e psicologico. Per affrontarli è stato avviato il progetto “CuteInForma” presso il centro di Radioterapia Oncologica (noto anche come Gemelli ART – Advanced Radiation Therapy) del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, che ha visto anche l’apertura di un ambulatorio di Medicina Estetica Oncologica Funzionale.

Il progetto “CuteInForma”

Questo progetto si prefigge due obiettivi: mantenere la cute e le mucose in forma, ma anche fornire ai pazienti tutte le informazioni necessarie per prendersene cura da soli durante le terapie oncologiche e,  soprattutto, al termine del percorso terapeutico. È infatti particolarmente stressante e invalidante per un malato oncologico che ha appena completato i cicli di terapia veder apparire sul proprio corpo ad esempio una radiodermite, cioè una forte irritazione della pelle dovuta all’esposizione alle radiazioni, oppure manifestare un’infiammazione del cavo orale che gli impedisce di mangiare. “Si parla da sempre di qualità della vita e questo progetto nasce proprio dalla necessità non solo di curare i pazienti oncologici, ma anche di prendersi cura di loro”, spiega la dott.ssa Adelina Petrone, specialista in radioterapia oncologica e medicina estetica presso il Gemelli ART e responsabile del progetto. “Il nostro obiettivo è quello di limitare gli effetti collaterali su pelle e mucose e anche di preoccuparci del benessere generale del paziente: se riusciamo a ridurre questi effetti, possiamo proseguire più tranquillamente le cure oncologiche”. Il progetto ha visto il pieno supporto del prof. Vincenzo Valentini, direttore del Gemelli ART, e della prof.ssa Maria Antonietta Gambacorta, responsabile degli ambulatori del servizio.

L’ambulatorio di Medicina Estetica Oncologica Funzionale

Nell’ambito del progetto “CuteInForma”, quattro anni fa presso il Gemelli ART è stato anche aperto un ambulatorio di Medicina Estetica Oncologica Funzionale, al momento dedicato esclusivamente alle pazienti con carcinoma mammario, che necessitano di un supporto personalizzato perché più esposte alla tossicità delle terapie. Questo ambulatorio vede anche una componente multidisciplinare. “Con il collega dermatologo dott. Pietro Sollena, innanzitutto incontriamo il paziente per effettuare un esame della pelle e delle mucose con sonde non invasive e anche un’approfondita anamnesi pre-terapia, così da individuare patologie precedenti, come psoriasi o vitiligine, oppure situazioni di cute già resa fragile da altri trattamenti o da interventi chirurgici come le complesse ricostruzioni chirurgiche della mammella”, racconta la dott.ssa Petrone, responsabile dell’ambulatorio. “Ciò ci consente di personalizzare le terapie di supporto e di modulare gli interventi farmacologici o estetici sulla base della gravità, oltre ad informare preventivamente la paziente su come comportarsi in caso di insorgenza di eventuali effetti collaterali”. L’ambulatorio fornisce alle pazienti pure una serie di informazioni su cosa si può fare dopo il trattamento, ad esempio se è possibile andare al mare ed esporsi al sole, oppure frequentare una spa o un centro termale.

Anche il trucco può aiutare

Per affrontare gli effetti collaterali può essere anche utile ricorrere ai cosmetici o al camouflage. Una parrucca per nascondere la caduta dei capelli, oppure il trucco per tracciare le sopracciglia cadute o per nascondere irritazioni della pelle, possono essere di grande sollievo psicologico per le pazienti. “Imparare a truccarsi può essere considerata poca cosa, ma è di grande importanza per una donna che vede cambiare la propria immagine corporea”, sottolinea la dott.ssa Petrone. “Nell’ambito del nostro progetto, abbiamo organizzato un incontro con una truccatrice professionista. E’ stato bellissimo vedere le nostre pazienti che ritrovavano la luce sul volto dopo il trucco. Ricordo una giovane paziente ricoverata che chiese di essere truccata perché quel giorno attendeva la visita della mamma: quando si è guardata allo specchio, si è emozionata”. Parallelamente a queste attività, è stata anche avviata una collaborazione con il corso di laurea breve in Cosmetologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per realizzare dei nuovi progetti di ricerca, che consentiranno di individuare i prodotti cosmetici migliori per le applicazioni in ambito oncologico.

Importanti risultati del progetto “GENERATOR BREAST DATAMART” in corso al Gemelli ART, relativo alla raccolta e all’elaborazione di dati clinici sulle neoplasie mammarie. Finora, molti dati e informazioni restavano in forma cartacea o digitale sui file delle cartelle cliniche, mentre ora, grazie a sofisticati algoritmi, è possibile estrarli in maniera automatica per rendere più precisa l’assistenza e migliorare la qualità delle cure.

Il percorso clinico di ogni paziente in cura produce una gran quantità di dati: analisi, referti, prelievi, terapie, diagnosi, oltre alle riunioni settimanali del personale medico che esamina i vari casi e redige una serie di appunti e documenti in semplice formato word. In passato, tutte queste informazioni non potevano essere facilmente confrontate e sistematizzate. Ora invece è possibile creare un unico database, che “legge” tutti i dati raccolti sul singolo paziente, li organizza e li rende immediatamente disponibili. E’ il caso del progetto “Generator Breast DataMart”, relativo alla cura delle neoplasie mammarie, in collaborazione con il centro di Radioterapia Oncologica (noto anche come Gemelli ART – Advanced Radiation Therapy) del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia del Policlinico Gemelli, diretto dal prof. Vincenzo Valentini, con il supporto tecnico dell’equipe di Generator, la struttura multidisciplinare del Gemelli per la valorizzazione delle competenze e del patrimonio di dati.

Lotta al tumore al seno

Solo al Policlinico Gemelli di Roma, ogni anno arrivano circa mille nuove pazienti per neoplasie mammarie. Il nuovo sistema “GENERATOR BREAST DATAMART” consente, in maniera molto semplice e conforme, di conoscere in dettaglio i loro percorsi clinici migliorando la qualità delle cure, oltre a raccogliere una gran quantità di dati preziosi per la ricerca. “Le nostre attività ospedaliere generano una serie di evidenze cliniche, che però finora non riuscivamo a sistematizzare”, spiega il dott. Fabio Marazzi, oncologo radioterapista e responsabile per il progetto mammario del Gemelli ART, “mentre grazie a questo sistema ora siamo in grado di estrarre ed elaborare una gran mole di informazioni altrimenti non utilizzabili”. Questa ricerca è in corso di pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale Journal of Personalized Medicine. In pratica, il sistema raccoglie tramite algoritmi di Intelligenza Artificiale tutti i dati disponibili sul singolo caso clinico ed è anche capace di estrarli da semplici appunti testuali in formato digitale. A queste informazioni, saranno a breve aggiunte quelle raccolte in tempo reale tramite una app istallata sullo smartphone del paziente, che è invitato a rispondere a semplici questionari sulle sue condizioni fisiche ed emotive. “Il progetto è iniziato circa un anno fa e, nella prima fase, abbiamo cercato di verificare le tempistiche con cui sono state erogate le cure alle pazienti con neoplasie mammarie”, sottolinea il dott. Marazzi. “Questo ci ha consentito di creare una serie di alert nel sistema informativo per monitorare lo stato delle pazienti in maniera prospettica, sia per quanto riguarda il loro percorso clinico nella nostra struttura, che per quanto invece concerne il rispetto da parte della singola paziente del suo percorso terapico”.

Vecchi casi per nuove ricerche

Il sistema “Generator”, che presso il Policlinico Gemelli viene utilizzato dal Gemelli ART e da molti altri reparti, non solo consente di sistematizzare i dati dei casi attuali, ma anche di “leggerli” da vecchie cartelle cliniche cartacee, risalenti anche a diversi anni fa, così da poter disporre di un gigantesco database per avviare nuovi progetti di ricerca. “Abbiamo intrapreso la raccolta dagli archivi dei casi di neoplasie mammarie fino a venti anni fa, per un totale di diverse migliaia di pazienti che hanno affrontato questa patologia”, afferma il dott. Stefano Patarnello, direttore delle operazioni (COO) del Centro Generator del Gemelli, che può contare sulle quattro unità operative in Epidemiology & Biostatistics, Data Collection, Bioinformatics e Real World Data. “ Il tumore mammario è notoriamente una patologia estremamente diffusa e poter contribuire allo sviluppo di una medicina di precisione e la personalizzazione della cura incide notevolmente sull’esito delle cure  e sulla qualità della vita della paziente”. Il Centro Generator fornisce anche la struttura informatica e sviluppa le app per la raccolta di dati in tempo reale sullo stato del singolo paziente. “In questo periodo, stiamo lavorando ad una app dedicata proprio al follow-up delle pazienti affette da tumore”, spiega il dott. Patarnello. “I dati raccolti tramite questa app, o tramite un braccialetto digitale, consentono ai medici di verificare l’aderenza alle cure che sono state prescritte e di controllare giorno per giorno cosa sta succedendo. Questa interazione quotidiana riduce anche la necessità di visite di controllo, che sono motivo di grande stress per il paziente”.

 

Importante successo per il Centro di Oncologia Interventistica del Gemelli ART: ha infatti ricevuto il titolo di “Brachyacademy Center”, prestigioso riconoscimento internazionale relativo alla formazione specialistica sulle diverse tecniche della brachiterapia. A questo risultato, il sito web del Policlinico Gemelli di Roma ha dedicato un ampio articolo, a firma di Maria Rita Montebelli, che riportiamo di seguito integralmente.

 

Il Gemelli fa scuola nel mondo nel campo della radioterapia interventistica

Il Centro di Radioterapia Interventistica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha di recente ricevuto il titolo di ‘Brachyacademy Center’, un riconoscimento internazionale conferito ad appena 21 centri nel mondo e a 11 in Europa tra quelli che fanno formazione specialistica sulle diverse tecniche di radioterapia interventistica. Il Gemelli è l’unico centro italiano ad essere stato insignito di questo importante riconoscimento ed è quello tra i centri con l’offerta formativa più completa, su un elevato numero di siti anatomici.

A sostenere il progetto Brachyacademy, una iniziativa di formazione al top, è Elekta, azienda leader nella produzione di apparecchiature per la radioterapia a livello internazionale, che sta promuovendo anche la campagna di informazione ‘About brachytherapy’ dedicata ai pazienti. La campagna ha lo scopo di offrire informazioni a quanti devono approcciarsi a questi trattamenti e coinvolgerà, con una serie di video, alcuni pazienti seguiti al Gemelli.

Il titolo di Brachyacademy Center riconosce la vocazione alla formazione di qualità svolta dalla radioterapia del Gemelli, che gestisce al suo interno anche la INTERACTS (Interventional Radiotherapy Active Teaching School)  una scuola internazionale di radioterapia interventistica che offre corsi di formazione internazionale on site, con lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche sia su manichini, che in sala operatoria.

La radioterapia è uno dei grandi pilastri dei trattamenti oncologici, accanto alla chirurgia e ai trattamenti sistemici come la chemioterapia. “La grande famiglia della radioterapia – spiega l’oncologo radioterapista Luca Tagliaferri, referente del Centro di Oncologia Interventistica – si compone di tre principali approcci terapeutici: la radioterapia a fasci esterni (la forma più usata, con la quale si irradia il tumore dall’esterno), la radioterapia metabolica che sfrutta il metabolismo cellulare attraverso dei radiofarmaci, che arrivano direttamente alle cellule tumorali in maniera selettiva; la radioterapia interventistica (conosciuta spesso come brachiterapia) che introduce, attraverso specifici applicatori o cateteri, sorgenti radioattive direttamente all’interno del tumore o a diretto contatto con il letto tumorale, cioè dove era presente il tumore asportato chirurgicamente, per bonificare eventuali residui microscopici”. Nell’ultimo decennio si è assistito ad una grande riscoperta della brachiterapia, grazie all’introduzione di innovazioni tecnologiche presenti anche al Gemelli. “In particolare – spiega il dottor Tagliaferri – la radioterapia interventistica ad intensità modulata, che ci permette di modulare punto per punto l’intensità delle radiazioni e quindi di erogare un’altissima dose al tumore, risparmiando gli organi sani e la radioterapia interventistica guidata dalle immagini (soprattutto RMN e PET/TAC), che ci consente di individuare con precisione millimetrica il target tumorale e di effettuare quindi un trattamento estremamente mirato con eccellenti risultati clinici”.

La grande collaborazione con i chirurghi ha contribuito ad affermare la radioterapia interventistica come importante opzione terapeutica da proporre ai pazienti. Per questo, nel 2017 è stato creato l’Interventional Oncology Center (IOC), realtà di eccellenza all’interno del Gemelli ART (Advanced Radiation Therapy), diretto dal professor Vincenzo Valentini, vicedirettore scientifico del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, che comprende una sala interventistica con annesso bunker di terapia, un ambulatorio, una dosimetria clinica e posti letto dedicati, risultando ad oggi il primo centro di riferimento oncologico per la radioterapia interventistica a livello italiano, come numero di pazienti e varietà di offerta terapeutica ed assistenziale. “Nel 2020 sono stati effettuati oltre mille trattamenti interventistici – afferma il dottor Tagliaferri. “Trattiamo prevalentemente tumori ginecologici (cervice uterina ed endometrio), tumori della prostata dove nei bassi stadi la radioterapia interventistica consente di trattare in maniera radicale questi tumori, senza necessità di ricorrere ad ulteriori trattamenti o alla chirurgia, tumori cutanei, dell’ano e tumori testa collo. La moderna oncologia dà i migliori risultati terapeutici quando c’è un’integrazione tra le diverse opportunità che le moderne tecnologie ci offrono. E la fortuna di lavorare in uno dei più grandi ospedali d’Italia dal punto di vista oncologico – conclude il dottor Tagliaferri – ci offre l’opportunità di interagire con tanti specialisti e di integrare vari trattamenti oncologici, per offrire il massimo delle opportunità ai nostri pazienti”.

 

Ecco il link all’articolo sul sito del Policlinico Gemelli:

https://www.policlinicogemelli.it/news-eventi/il-gemelli-fa-scuola-nel-mondo-nel-campo-della-radioterapia-interventistica/

 

La notizia è stata anche rilanciata da alcune importanti testate giornalistiche: 

Il Sole 24 Ore:

https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/aziende-e-regioni/2021-01-18/radioterapia-interventistica-gemelli-titolo-brachyacademy-center-144626.php?uuid=ADStkDEB&refresh_ce=1

Agenzia Italpress:

https://www.italpress.com/radioterapia-interventistica-titolo-internazionale-per-il-gemelli/

RomaToday:

https://www.romatoday.it/attualita/centro-radioterapia-ospedale-gemelli-titolo-brachyacademy.html

La struttura sarà articolata in tre stanze di degenza completamente ristrutturate per un totale di cinque letti. Una di queste stanze sarà denominata “COMETA” e, anche grazie a una raccolta di fondi ancora in corso, verrà dotata di apparecchiature digitali per consentire ai pazienti di restare in contatto con i propri cari. Nella stessa area, saranno anche allestite quattro nuove camere per la radioterapia interventistica (brachiterapia).

Contribuisci anche tu a raccogliere fondi per il progetto “Cometa” del Gemelli ART e dell’Associazione Attilio Romanini: https://associazioneromanini.org/cometa/

 

La radioterapia metabolica sta vivendo un periodo di grande sviluppo nella cura delle patologie oncologiche. Si tratta di una branca della medicina nucleare che prevede l’utilizzo di sostanze radioattive, dette “radiofarmaci”, che esercitano un effetto terapeutico mediante emissione di radiazioni ionizzanti ad alta energia; questo tipo di radiazioni determina un danno irreversibile del DNA e la conseguente morte cellulare. Per la cura dei tumori, questi radiofarmaci – che possono essere somministrati per via orale, intrarteriosa o endovenosa – hanno la proprietà di essere captati in modo molto selettivo dalle cellule tumorali. “La storia della medicina nucleare nasce circa settanta anni fa per la cura della patologia tiroidea con lo Iodio 131”, spiega il dott. Luca Zagaria, dirigente medico presso l’unità di Medicina Nucleare diretta dal prof. Alessandro Giordano, responsabile dei trattamenti radiometabolici, nel contesto del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, diretto dal prof. Vincenzo Valentini. “Questo settore della medicina nucleare è oggi in grandissima espansione anche per lo sviluppo di trattamenti in altri ambiti dell’oncologia, come la terapia delle metastasi ossee da carcinoma prostatico resistenti ad altri trattamenti, dei tumori neuroendocrini metastatici, dei tumori epatici primitivi e delle metastasi epatiche”. Degno di nota è inoltre il fatto che la radioterapia metabolica presenta un basso rischio di importanti effetti collaterali, trattandosi una terapia in cui la dose di radiazioni viene erogata in maniera molto mirata al tumore con un ridotto impatto sui tessuti sani.

 

Una nuova struttura al Gemelli ART

Nell’ambito della ristrutturazione del reparto per la radioterapia metabolica del Policlinico Gemelli, è in corso la realizzazione di una nuova struttura (collocata al 3° piano dell’ala E del nosocomio romano), articolata in tre nuove stanze di degenza per un totale di cinque letti. A questa area, si affiancheranno anche quattro camere dedicate alla radioterapia interventistica. Le camere per la radioterapia metabolica sono ambienti protetti, dove i pazienti restano isolati per alcuni giorni a causa della radioattività ritenuta. Una di queste stanze sarà denominata “COMETA” (acronimo di “COnnessione in METAbolica”) e verrà dotata di una serie di apparecchiature digitali, che potranno essere utilizzate dai pazienti pediatrici per mantenere un contatto diretto e personale con i genitori e le proprie famiglie, gli amici, i compagni di scuola e tutto il loro mondo o, nel caso di ricovero dei genitori, con i loro figli piccoli.

“Abbiamo pensato a questa stanza multimediale per ridurre il disagio dei pazienti in isolamento, siano essi bambini o adulti”, sottolinea di dott. Luca Tagliaferri, referente per la Radioterapia Interventistica e Metabolica presso il centro di Radioterapia Oncologica, conosciuto anche come Gemelli ART (Advanced Radiation Therapy). “Nel caso dei pazienti pediatrici, le nuove tecnologie consentiranno loro di restare in contatto con l’esterno, con i genitori e gli amici, anche inviando o ricevendo immagini, video, file, fino a piccoli oggetti realizzati con stampanti 3D. Nel caso invece dei genitori, potranno mitigare il disagio dei figli piccoli dovuto alla loro lontananza”.

 

Sostenere il progetto COMETA

Per l’allestimento della stanza “COMETA”, una raccolta di fondi è stata avviata dall’Associazione Attilio Romanini. Si prevede di acquistare varie apparecchiature digitali, come due pc all-in-one, con touch screen e collegamento a internet, che consentiranno ai singoli pazienti di scrivere mail, ascoltare musica, vedere film e video, oltre ad avere un’area di interscambio con l’esterno e a conservare tutti i file in proprie cartelle. Sarà poi acquisita una grande smart tv da 50”, con la quale i pazienti potranno vedere programmi televisivi o contenuti online, oltre a potersi connettere con dispositivi come una playstation o con i propri device portatili. Inoltre, è anche prevista la dotazione di due tablet collegati con due stampanti 3D wifi collocate all’esterno della stanza di degenza per organizzare laboratori creativi, un plotter verticale, microproiettori multimediali e penne per disegni in 3D.

La stanza ospiterà anche un affresco del maestro Antonio Nunziante, uno dei maggiori pittori italiani: l’opera, intitolata appunto “Cometa”, mostrerà questo straordinario corpo celeste e la sua lunga coda nel suo misterioso viaggio nello spazio siderale. L’iniziativa si inserisce nel progetto più ampio “Art4ART” del Gemelli ART, dedicato all’allestimento degli ambienti di terapia dove, attraverso l’arte nelle sue diverse espressioni, si cerca di donare sollievo e conforto ai pazienti.

Vuoi saperne di più del progetto COMETA? Clicca qui: http://www.gemelliart.it/2020/12/14/gemelli-art-ecco-la-cometa-per-avvicinare-chi-e-lontano/

Parte al Policlinico Gemelli uno studio per aumentare l’interazione da remoto con il paziente.

Questo protocollo è un’evoluzione specialistica per le persone che vivono con l’HIV del GENERATOR Tracer RT sviluppato dal Gemelli ART

L’emergenza sanitaria derivante dalla pandemia da Covid-19 ha evidenziato difficoltà di accesso alle strutture sanitarie e problemi di gestione dei pazienti a rischio affetti da malattie croniche, quale l’infezione da HIV (Human Immunodeficiency Virus), suggerendo la necessità di nuovi metodi di interazione con i pazienti. Una possibile soluzione è stata studiata presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, che sta sperimentando l’utilizzo di un’applicazione per smartphone che consente di ricevere dai pazienti stessi una serie di dati e informazioni utili al personale sanitario per monitorare a distanza il loro stato di salute complessivo.

L’applicazione permette inoltre di individuare precocemente i sintomi di un’eventuale infezione da Covid-19, così da attivare le procedure sanitarie opportune e ridurre il rischio di un ulteriore contagio anche all’interno della struttura ospedaliera in cui il paziente è in cura. Si tratta di una nuova versione dedicata del protocollo GENERATOR Tracer RT già realizzato e in uso per il monitoraggio a distanza dei pazienti oncologici in terapia radiante, messo a punto dal centro di Radioterapia Oncologica (noto anche come Gemelli ART – Advanced Radiation Therapy) del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia dello stesso Policlinico Gemelli.

INTERFACE, un nuovo “ambulatorio virtuale”

Questo protocollo di ricerca, denominato INTERFACE, è stato elaborato dall’Unità Operativa Malattie Infettive del Dipartimento Scienze di Laboratorio e Infettivologhe del Policlinico Gemelli, diretta dal prof. Roberto Cauda. In pratica, tramite una app il paziente riceverà sul suo smartphone una serie di questionari periodici che, anche grazie ad algoritmi di Intelligenza Artificiale, consentiranno alla struttura sanitaria di valutare in tempo reale lo stato di salute della persona e la sua qualità di vita, al fine di attivare interventi misurati sul paziente stesso e al paziente di ricevere notifiche con informazioni utili. L’utilizzo dell’app non si sostituisce al regolare percorso di cura ma consente di integrarlo, offrendo un’assistenza continuativa in grado di intercettare e risolvere quanto prima eventuali problematicità anche in questa fase pandemica.

“Sarà una sorta di ‘ambulatorio virtuale’, che ci consentirà di demedicalizzare per quanto possibile la vita del paziente cronico con HIV,  mantenendo uno stretto contatto anche in condizioni di impossibilità di svolgere visite in presenza, con incontri via web ‘on demand’ in caso di comparsa di sintomi fisici o di problematiche psicologiche, che in questa fase di pandemia possono avere un impatto rilevante sulla qualità della vita delle persone con HIV”, spiega la dott.ssa Antonella Cingolani, ricercatore dell’Istituto di Clinica delle Malattie Infettive del Policlinico Gemelli e responsabile del progetto.

Questo sistema di monitoraggio è stato sviluppato a partire dalla piattaforma “Healthentia” (www.healthentia.com), la cui licenza d’uso è stata donata al Policlinico Gemelli dalla società belga Innovation Sprint Sprl (www.innovation-sprint.eu) e si inserisce nel progetto Gemelli Generator (www.gemelligenerator.it). Il Gemelli Generator è un nuovo centro multidisciplinare all’avanguardia nato per la valorizzazione delle competenze del Policlinico Gemelli e del patrimonio di dati clinici e reali allo scopo di realizzare progetti e soluzioni innovative a supporto della ricerca e della pratica clinica.

Parte lo studio su mille pazienti

Per la validazione del protocollo di ricerca INTERFACE, a partire dal gennaio 2021 sarà avviato uno studio su circa mille pazienti cronici con infezione da HIV in cura presso il Policlinico Gemelli di Roma. Ciascun paziente utilizzerà la app con il suo smartphone per rispondere ai questionari inviati dagli operatori sanitari o per segnalare autonomamente sintomi o malesseri. A questi dati, sarà anche possibile integrare altre informazioni, come l’eventuale mancato ritiro dei farmaci previsti per la terapia presso la farmacia interna del Policlinico. “Grazie a questo nuovo protocollo, sarà possibile integrare e ottimizzare il sistema assistenziale”, sottolinea la dott.ssa Cingolani. “Il medico curante, sia nel caso delle visite programmate in presenza, sia in remoto, potrà infatti contare sull’intero database relativo al paziente, con tutte le informazioni aggiornate sulla sua situazione sanitaria, sull’aderenza alla terapia, sugli esami di laboratorio e sull’esito delle visite precedenti, sulla qualità della vita, individuando precocemente specifici alert di salute fisica e mentale”.

Anche gli alert per l’emergenza Covid-19

L’utilizzo del protocollo di ricerca INTERFACE consentirà anche di monitorare lo stato di salute dei pazienti cronici con infezione da HIV in relazione alla pandemia da Covid-19, consentendo di individuare precocemente un eventuale contagio. Le risposte ai questionari, soprattutto relative a specifiche sintomatologie compatibili con il coronavirus (febbre, tosse, difficoltà respiratorie, ecc.), potrebbero infatti attivare un alert automatico, consentendo così al medico di orientare immediatamente il paziente ad una quarantena in casa oppure all’accesso in ospedale.

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