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Il Gemelli ART ospite di “Effetti Collaterali”, rubrica settimanale di medicina di Radio Vaticana Italia. Nell’ultima puntata, tra gli altri argomenti, è stato presentato il progetto “Care4COVID”, che attraverso un app (Healthentia© by InnovationSprint) monitora ed identifica precocemente i sintomi del Covid e le situazioni a rischio nei pazienti. Questa app è stata sviluppata dal centro di Radioterapia Oncologica del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia del Gemelli, diretto dal prof. Vincenzo Valentini, in parthership con la società belga “Innovation Sprint sprl”. Nel podcast di Radio Vaticana (qui il link al minuto 10:15), il commento del dott. Luca Tagliaferri, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Radioterapia Interventistica del Gemelli ART e principal investigator del progetto.

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Un uomo osserva una stella cometa mentre attraversa il cielo al tramonto sul mare. È questo il tema dell’affresco realizzato dal maestro Antonio Nunziante presso i nuovi spazi (terzo piano – ala E) in corso di ristrutturazione del Gemelli ART (Advanced Radiation Therapy), il centro di Radioterapia Oncologica del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma. L’opera è stata realizzata su una parete della sala di accoglienza, che sarà chiamata “odeon” dove sosteranno i pazienti e i familiari prima di accedere agli ambulatori o al Day-Hospital o alla degenza dedicata ai pazienti candidati a Radioterapia Interventistica o Metabolica. La realizzazione si inserisce nell’ambito del progetto art4ART, promosso dalla Fondazione in collaborazione con l’Associazione Attilio Romanini.

La collaborazione del Gemelli ART con il maestro Nunziante è destinata a crescere: l’artista infatti affrescherà anche il soffitto di una sala per la radioterapia metabolica e donerà numerosi dipinti olio su tela e serigrafie polimateriche per abbellire gli ambienti del reparto. Il settimanale piemontese “La Valsusa” ha pubblicato un interessante articolo su questa iniziativa: ringraziando la testata e il giornalista Alberto Tessa, riportiamo il link qui di seguito.

 

Leggi anche l’articolo pubblicato sul sito web del settimanale “La Valsusa”.

Per conoscere le opere e le attività artistiche del maestro Antonio Nunziante: www.antonionunziante.com

Se vuoi contribuire anche tu al progetto, clicca qui.

La Commissione Europea, nell’ambito del programma quadro per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020, ha premiato il progetto “Care4COVID”, una app sviluppata dal Policlinico Gemelli di Roma in parthership con la società belga Innovation Sprint. Questo progetto si è infatti aggiudicato uno dei bandi del programma europeo “COVID-X” (COVID eXponential Programme), che ha lo scopo di favorire la collaborazione tra i fornitori di soluzioni di eHealth – con particolare attenzione alle startup e alle piccole e medie imprese – e il sistema professionale sanitario per combattere il COVID-19.

In particolare, il progetto “Care4COVID” utilizza la piattaforma Healthentia, collaudata sin dall’inizio della pandemia per la gestione da remoto dei pazienti COVID presso il centro di Radioterapia Oncologica (noto anche come Gemelli ART – Advanced Radiation Therapy) del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia del Policlinico Gemelli, diretto dal prof. Vincenzo Valentini. Sull’argomento, il sito web del Policlinico Gemelli ha pubblicato un ampio articolo, ripreso anche da alcune testate giornalistiche nazionali. Lo stesso che riproduciamo integralmente qui sotto.

Care4COVID, l’App per il monitoraggio dei pazienti Covid-19 tra i vincitori del bando europeo COVID-X

di Maria Rita Montebelli

La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, in partnership con la tech company Innovation Sprint Sprl (Belgio), si è aggiudicata uno dei bandi di COVID-X, un programma supportato della Commissione Europa nell’ambito di Horizon2020. Il progetto vincitore (‘game changer’), HEALTHENTIA Care4COVID, ha ricevuto un finanziamento complessivo di 150 mila Euro.

“Care4COVID – spiega il dottor Luca Tagliaferri, Principal Investigator del progetto e Responsabile UOS di Radioterapia Interventistica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – utilizza i dati clinici dei pazienti con COVID-19 sulla piattaforma Healthentia, ‘collaudata’ sin dalla la prima fase dell’emergenza COVID-19, quando abbiamo implementato insieme a Innovation Sprint una App per monitorare e identificare precocemente sintomi e situazioni a rischio nei pazienti in trattamento radioterapico e nel personale sanitario, in modo da impostare in maniera tempestiva azioni cliniche specifiche e preventive, per evitare complicanze. Anche attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, questa App ci consente di clusterizzare i pazienti per individuare con precisione le categorie più a rischio; possiamo così profilare i diversi fenotipi dei pazienti per definire il miglior supporto medico, in maniera personalizzata. Il sistema permette inoltre di monitorare e supportare da remoto i pazienti. Abbiamo partecipato a questo bando internazionale per condividere l’esperienza fatta con questa piattaforma di sharing data e confrontarci con altre realtà, al fine di aggregare evidenze scientifiche e gestionali, così da arrivare a produrre raccomandazioni più robuste, che informeranno le indicazioni future sulla gestione del COVID-19 nei pazienti fragili per definizione, come quelli oncologici”.

“Anche attraverso queste iniziative – commenta il dottor Alfredo Cesario, Open Innovation Manager della Fondazione – il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS si impegna nella creazione di percorsi di medicina personalizzata adeguati alle caratteristiche di ogni paziente, per garantire la migliore cura e consentire alla ricerca scientifica di progredire nel suo naturale percorso di innovazione e sviluppo”.

Care4COVID è anche una soluzione di supporto e assistenza da remoto per le persone e i lavoratori sanitari affetti da COVID, volta a migliorare l’efficienza operativa delle strutture sanitarie. Nata a marzo 2020, allo scoppio della pandemia, è stata successivamente sviluppata come perno della piattaforma Healthentia eClinical, che già offriva possibilità di monitoraggio dei sintomi e viene utilizzata da 5 grandi aziende pharma per gli studi clinici. Innovation Sprint ha in seguito adattato la possibilità di tracciamento dei sintomi, al COVID-19. Healthentia oggi viene utilizzata in diversi studi clinici relativi al COVID-19 e di recente ha lanciato la versione Vax per supportare il monitoraggio del programma di vaccinazione. Ad oggi dunque Care4COVID consente di mettere in campo azioni di prevenzione, stratificando pazienti e individui sani in categorie di rischio; permette di monitorare e supportare da remoto i pazienti; esegue flussi di lavoro e percorsi clinici per i casi COVID-positivi; dà continuità operativa nelle grandi organizzazioni, viene utilizzata per il follow-up dei programmi di vaccinazione. Healthentia è un medical device di classe I certificato.

COVID-X è un programma della durata di 10 mesi nato allo scopo di accelerare l’arrivo sul mercato di progetti già ‘maturi’, cioè con un elevato Technology Readiness Level (7+ TRL), basati sull’intelligenza artificiale e dedicati ai pazienti affetti da COVID-19. Il suo obiettivo è di fornire una migliore assistenza ai pazienti con COVID-19, sbloccando tutto il potenziale dell’intelligenza artificiale e dei dati per superare le sfide poste dal COVID-19, che dallo scoppio della pandemia ha causato oltre un milione di morti in Europa, accelerando l’arrivo dei progetti migliori sul mercato, nell’intento di salvare quante più vite possibile. Il programma è mirato a chiudere il gap tra il settore digitale e i provider sanitari.

Durante un percorso oncologico, che prevede diversi tipi di terapia (chirurgia, chemioterapia, radioterapia), i pazienti oncologici possono trovarsi ad affrontare alcuni effetti collaterali dovuti a queste cure, che colpiscono la cute, il cavo orale e la mucosa vaginale. Per aiutare questi pazienti, presso il servizio di Radioterapia Oncologica del Policlinico Gemelli di Roma è stato avviato un progetto innovativo ed è stato anche aperto uno specifico ambulatorio, che prescrive farmaci, integratori e creme dermocosmetologiche, ma insegna anche come truccarsi.

Macchie, cicatrici, discromie, eritemi, lesioni cutanee e anche infiammazioni delle mucose del cavo orale e vaginale. Sono questi alcuni degli effetti collaterali che possono essere causati dalla chemioterapia e dalla radioterapia a cui devono essere sottoposti i pazienti oncologici. Tali danni a carico della pelle, degli annessi e delle mucose, a differenza di altri effetti collaterali, sono quelli più facilmente visibili e spesso anche valutabili dallo stesso paziente, capaci di spaventare, destabilizzare e creare disagio dal punto di vista estetico e psicologico. Per affrontarli è stato avviato il progetto “CuteInForma” presso il centro di Radioterapia Oncologica (noto anche come Gemelli ART – Advanced Radiation Therapy) del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, che ha visto anche l’apertura di un ambulatorio di Medicina Estetica Oncologica Funzionale.

Il progetto “CuteInForma”

Questo progetto si prefigge due obiettivi: mantenere la cute e le mucose in forma, ma anche fornire ai pazienti tutte le informazioni necessarie per prendersene cura da soli durante le terapie oncologiche e,  soprattutto, al termine del percorso terapeutico. È infatti particolarmente stressante e invalidante per un malato oncologico che ha appena completato i cicli di terapia veder apparire sul proprio corpo ad esempio una radiodermite, cioè una forte irritazione della pelle dovuta all’esposizione alle radiazioni, oppure manifestare un’infiammazione del cavo orale che gli impedisce di mangiare. “Si parla da sempre di qualità della vita e questo progetto nasce proprio dalla necessità non solo di curare i pazienti oncologici, ma anche di prendersi cura di loro”, spiega la dott.ssa Adelina Petrone, specialista in radioterapia oncologica e medicina estetica presso il Gemelli ART e responsabile del progetto. “Il nostro obiettivo è quello di limitare gli effetti collaterali su pelle e mucose e anche di preoccuparci del benessere generale del paziente: se riusciamo a ridurre questi effetti, possiamo proseguire più tranquillamente le cure oncologiche”. Il progetto ha visto il pieno supporto del prof. Vincenzo Valentini, direttore del Gemelli ART, e della prof.ssa Maria Antonietta Gambacorta, responsabile degli ambulatori del servizio.

L’ambulatorio di Medicina Estetica Oncologica Funzionale

Nell’ambito del progetto “CuteInForma”, quattro anni fa presso il Gemelli ART è stato anche aperto un ambulatorio di Medicina Estetica Oncologica Funzionale, al momento dedicato esclusivamente alle pazienti con carcinoma mammario, che necessitano di un supporto personalizzato perché più esposte alla tossicità delle terapie. Questo ambulatorio vede anche una componente multidisciplinare. “Con il collega dermatologo dott. Pietro Sollena, innanzitutto incontriamo il paziente per effettuare un esame della pelle e delle mucose con sonde non invasive e anche un’approfondita anamnesi pre-terapia, così da individuare patologie precedenti, come psoriasi o vitiligine, oppure situazioni di cute già resa fragile da altri trattamenti o da interventi chirurgici come le complesse ricostruzioni chirurgiche della mammella”, racconta la dott.ssa Petrone, responsabile dell’ambulatorio. “Ciò ci consente di personalizzare le terapie di supporto e di modulare gli interventi farmacologici o estetici sulla base della gravità, oltre ad informare preventivamente la paziente su come comportarsi in caso di insorgenza di eventuali effetti collaterali”. L’ambulatorio fornisce alle pazienti pure una serie di informazioni su cosa si può fare dopo il trattamento, ad esempio se è possibile andare al mare ed esporsi al sole, oppure frequentare una spa o un centro termale.

Anche il trucco può aiutare

Per affrontare gli effetti collaterali può essere anche utile ricorrere ai cosmetici o al camouflage. Una parrucca per nascondere la caduta dei capelli, oppure il trucco per tracciare le sopracciglia cadute o per nascondere irritazioni della pelle, possono essere di grande sollievo psicologico per le pazienti. “Imparare a truccarsi può essere considerata poca cosa, ma è di grande importanza per una donna che vede cambiare la propria immagine corporea”, sottolinea la dott.ssa Petrone. “Nell’ambito del nostro progetto, abbiamo organizzato un incontro con una truccatrice professionista. E’ stato bellissimo vedere le nostre pazienti che ritrovavano la luce sul volto dopo il trucco. Ricordo una giovane paziente ricoverata che chiese di essere truccata perché quel giorno attendeva la visita della mamma: quando si è guardata allo specchio, si è emozionata”. Parallelamente a queste attività, è stata anche avviata una collaborazione con il corso di laurea breve in Cosmetologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per realizzare dei nuovi progetti di ricerca, che consentiranno di individuare i prodotti cosmetici migliori per le applicazioni in ambito oncologico.

Molti sono i pazienti, bambini e adulti, che al termine del ricovero o della terapia vogliono in qualche modo ringraziare il personale sanitario che si è preso cura di loro in un periodo difficile: e così questa gratitudine spontanea viene affidata a biglietti, disegni, poesie, lettere, quadri e molto altro ancora. Un anno fa, nel pieno della pandemia, questi “grazie” sono stati condivisi attraverso un progetto che ha coinvolto il personale della Radioterapia Oncologica del Policlinico Gemelli di Roma. E ora sono consultabili anche sul web.

Aprile 2020. Il Covid-19 si stava diffondendo in tutta Italia, il governo aveva decretato il lockdown generale, mentre ospedali e strutture sanitarie erano sotto pressione per l’arrivo di un gran numero di pazienti positivi al virus. In questo contesto di emergenza nasceva un’iniziativa, semplice quanto originale, per sostenere il duro lavoro di tutto il personale del centro di Radioterapia Oncologica (noto anche come Gemelli ART – Advanced Radiation Therapy) del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma. L’idea fu proprio del direttore del Gemelli ART, il prof. Vicenzo Valentini, che volle creare una rubrica dedicata a tutto il personale, circa 140 tra sanitari e amministrativi, in cui condividere le tante testimonianze di gratitudine consegnate dai pazienti, piccoli e grandi, al personale sanitario. Nascono così i “Semi di Gratitudine”. E le foto di piccoli biglietti o lunghe lettere, poesie e disegni colorati diventano per tutto il personale un sollievo alle fatiche e allo stress di un periodo così duro sul fronte sanitario e anche un modo per trovare nuova forza e motivazione nello svolgere al meglio il proprio compito.

Storie di malattia e di gratitudine

Per un anno, questi piccoli “grazie” dei pazienti sono stati condivisi quotidianamente dal personale del Gemelli ART, nel rispetto della privacy, mentre medici e infermieri facevano a gara nel condividere con gli altri quanto avevano ricevuto come segno di gratitudine. Ad oggi, sono quasi ottanta i “Semi di Gratitudine” raccolti, che continuano ad essere diffusi sulla chat interna del personale del reparto, ma che ora possono anche essere consultati online da chiunque in uno speciale volume sfogliabile. “I bambini ce lo insegnano, nei momenti duri sono importanti le carezze”, ha scritto il prof. Valentini nell’introduzione del volume. “Carezze che tante volte abbiamo ricevuto o riceviamo dai nostri pazienti. Carezze che a volte hanno la durata di sguardi, istanti, frammenti che fuggono via veloci come un respiro. Così vorremmo raccogliere in questo ‘luogo’ messaggi, immagini, volti, musiche, parole… Memorie, tracce di doni ricevuti e che desideriamo donarci nuovamente tra noi”. La raccolta, la selezione e la pubblicazione di queste testimonianze di gratitudine è stata curata in questi mesi da un gruppo di lavoro formato da due medici del Gemelli ART, Silvia Chiesa e Elisabetta Lepre, e dalla psicologa, Elisa Marconi. Il primo “seme”, risale all’aprile del 2020 per introdurre questa iniziativa: raffigura lo straordinario mosaico della Vergine Maria con in braccio Gesù Bambino, realizzato dal Centro Aletti di Roma e collocato all’ingresso del Gemelli ART. Sempre dell’aprile dello scorso anno è il secondo “seme”, stavolta scritto da una piccola paziente di nome Aurora. Si tratta di poche parole su un foglio a righe: “Insieme abbiamo sconfitto un mostro gigante, che si chiama paura”.

Al centro la visione del paziente

Ogni “seme” rappresenta una persona, la sua storia, la difficile lotta contro la malattia, e mette anche al centro la sua visione, le emozioni che ha vissuto in ospedale, aiutando così gli operatori sanitari ad orientare meglio la loro opera. “Quel periodo dell’aprile 2020 era caratterizzato da grande ansia e timore per il pericolo del contagio, di trasmetterci a vicenda l’infezione”, racconta la dott.ssa Elisa Marconi, psicologa e psicoterapeuta al Gemelli ART. “La paura faceva parte di noi, accompagnava le nostre giornate in reparto, gli incontri con i pazienti. E quelle semplici parole di Aurora sull’affrontare ‘insieme’ e sconfiggere la paura avevano allora, e anche oggi, un senso profondo per tutti noi”. Molti del Gemelli ART hanno ricevuto dei piccoli “regali” da parte dei pazienti, tanti naturalmente dai bambini. “In un periodo in cui non ci si poteva neanche toccare a causa della pandemia, i bambini sostituivano il contatto con degli oggetti, dei doni”, spiega la dott.ssa Marconi. “Tanti preziosi ricordi come quello di una bambina che mi ha portato un biscotto fatto da lei con scritto ‘dottoressa dolce’ e un altro bambino che mi ha voluto regalare un cuore colorato con le sue dita. Altri momenti belli sono quelli della condivisione, quando magari un paziente alla fine della terapia ci tiene a ringraziarci con qualcosa di goloso proveniente dalla propria terra, donarci un istante di leggerezza e di gioia e restituire, in questo modo semplice e familiare, ciò che ha ricevuto”. Il progetto sui “Semi di gratitudine” è diventato anche un lavoro di ricerca, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “tipsRO” (Technical Innovations and Patient Support in Radiation Oncology).

L’importanza dell’accoglienza

Spesso questi “Semi di Gratitudine” sono il modo per il paziente di ringraziare per l’accoglienza ricevuta, per l’ascolto, per la condivisione, oltre naturalmente che per le cure e l’assistenza. Ma sono anche un indicatore prezioso per gli operatori sanitari, che possono così perfezionare l’organizzazione e la gestione del paziente sulla base dei suoi stessi pensieri ed emozioni. “Lavoriamo molto sull’accoglienza, affinché i pazienti si sentano a loro agio, compresi e sicuri nelle loro necessità, e i segnali che loro ci restituiscono con questi piccoli ‘grazie’ ci consentono di capire che stiamo lavorando nella direzione giusta o ci indicano dove migliorare”, sottolinea la dott.ssa Silvia Chiesa, medico radioterapista oncologo al Gemelli ART. “Sono gli stessi pazienti, con il loro linguaggio, a sottolinearci cosa significa accoglienza: un sorriso, uno sguardo, essere ascoltati, la professionalità, la disponibilità, anche la flessibilità. Le loro risposte positive ci aiutano a mettere in luce e a migliorare quegli aspetti del nostro approccio e della nostra organizzazione che hanno una buona ricaduta  sui pazienti”. Anche la dott.ssa Chiesa ha i suoi ricordi personali: “Succede spesso che le giornate in ambulatorio sono frenetiche, si deve correre, completare le visite. E i pazienti attendono tanto in sala d’attesa, sono nervosi, tesi. Ma spesso mi è capitato che, quando arriva il loro turno, si sentono presi in cura, sanno che siamo lì, che li ascoltiamo nei loro bisogni. E lo dicono con semplicità: Grazie per avermi ascoltato”.

Imparare la gratitudine dai pazienti

Non sono solo i pazienti a “ricevere” dagli operatori sanitari, ma anche  questi ultimi fanno esperienze personali importanti che vanno anche al di là dell’aspetto prettamente medico e professionale. “Con questa esperienza, ho scoperto che la gratitudine è uno strumento utile e bello sia per chi la riceve che per chi la esprime, ed io stessa ho imparato ad essere grata ricevendo tutta questa gratitudine”, racconta la dott.ssa Elisabetta Lepre, medico in formazione specialistica in radioterapia oncologica al Gemelli ART. “È stato a tratti commovente entrare nella vita delle persone, in aspetti così intimi e personali. Si corre sempre dietro alle tecnologie, rischiando di perdere la parte umana del rapporto medico-paziente: invece focalizzarmi sull’umanità delle persone mi ha aiutato a non sottovalutare questo aspetto, che reputo fondamentale”. Per i medici, l’incontro con i pazienti in ambulatorio è un momento molto importante per entrare in sintonia: “Da oltre un anno, tutti siamo costretti a portare la mascherina, che mette inevitabilmente in risalto lo sguardo”, ricorda la dott.ssa Lepre. “Al termine di una visita in ambulatorio, un paziente mi ha detto: ‘Grazie per questo sguardo che mi ha donato ’. A dire il vero, mi sono imbarazzata subito… ma è stato molto bello. I pazienti sono grati anche di piccoli segnali di accoglienza. Magari dovranno ricevere una brutta notizia circa la malattia, ma sono certi di essere seguiti e tenuti per mano”.

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